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Come influiscono i Social Media sulla SEO?

Molti privati, imprenditori e aziende si chiedono oggi quanto influiscano i Social Media sulla SEO. I retweet, le condivisioni e i like su Facebook, gli Swipe Up dalle stories di Instagram, migliorano effettivamente il posizionamento di una pagina nei motori di ricerca. In effetti esiste una correlazione tra le condivisioni sui Social Media e i posti più alti in classifica. Spesso i contenuti che piacciono molto su Google hanno anche molte condivisioni, retweet e “Mi piace”. La maggior parte degli esperti concorda, tuttavia, sul fatto che le SERP non sono direttamente influenzate dai segnali social. Perché dunque i post che vengono condivisi molto tendono a classificarsi meglio? Analizziamo nel dettaglio questo fenomeno.

Social Media e SEO: correlazione, non causalità

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Sebbene le condivisioni dei Social Media potrebbero essere correlate con un miglior posizionamento, ciò non significa che le stesse ne siano la causa. Il contenuto che viene condiviso molto viene anche visto maggiormente ed i contenuti che vengono visti molto vengono collegati da altri siti web con maggiore probabilità. Quei backlink aggiuntivi sono la principale causa del posizionamento migliore. Vediamo quindi cosa fare per sfruttare il potere dei Social Media per la SEO:

  • realizzare contenuti per cui valga la pena di creare un collegamento, più informativi, approfonditi e meno commerciali;
  • non provare a costruire i link sui Social Media per la SEO. Dal punto di vista dei motori di ricerca, anche se i link sui social raggiungessero un’ottima “reputazione”, sarebbe a vantaggio dell’utente personale che ha pubblicato e non del sito.

Costruire il giusto seguito sui Social Media

Invece di approcciare i Social Media come un modo per creare collegamenti, è necessario pensarvi come ad una modalità per creare un seguito. Avere semplicemente un enorme seguito sui social però potrebbe non essere d’aiuto come si tende ad immaginare. Invece di concentrarsi sulla quantità di followers, si deve investire sulla “qualità” e sulla tipologia. Essere seguiti da 100 persone può essere meglio ai fini SEO che esserlo da 10.000, se quei 100 includono ad esempio i 5 influencer più importanti del nostro settore. Per essere notato dalle persone “giuste” sarà opportuno:

  • evitare di infastidirle immediatamente per i link,
  • prendersi il tempo per costruire con loro una relazione,
  • cercare di instaurare una partnership duratura piuttosto che un impegno one-off,
  • condividere i loro contenuti aggiungendo il proprio commento.

Se volete sfruttare il potere dei social per aiutare indirettamente la vostra SEO, provate a creare contenuti interessanti e di valore.

Jonah Berger e la correlazione tra Social Media e SEO

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La formula STEPPS descritta da Jonah Berger nel libro “Contagious: Why Things Catch On” evidenzia gli step che le imprese dovrebbero affrontare nella creazione del loro contenuto. Le caratteristiche su cui dovrebbe puntare un contenuto da pubblicare sul web ai fini della SEO sono:

  • essere attuale,
  • essere stimolante,
  • essere facile da ricordare,
  • essere emozionante,
  • essere di interesse pubblico,
  • essere utile e informativo,
  • trasmettere una storia.

Anche quando un contenuto soddisfa tutti i requisiti sopra menzionati, ciò non garantisce il successo se, ad esempio, non è legato direttamente ai prodotti e servizi dell’azienda. Raggiunta la giusta visibilità, inoltre, si deve valutare quello che gli utenti commentano a riguardo e bisogna interagire con loro.

Conclusioni sull’interazione tra Social Media e SEO

A quanto pare, dunque, l’algoritmo di Google non considera in modo diretto l’influenza dei link sui Social Media, ma questi giocano comunque un ruolo importante in una buona strategia di marketing. Il semplice fatto di avere un profilo sui social non incide minimamente sul posizionamento di un’azienda nei risultati dei motori di ricerca. Si deve ad esempio tenere presente che sui Social Network sono presenti numerosi falsi profili. Questi profili spam non offrono alcun vero valore ed è proprio il valore il criterio di analisi di Google. Affinché un contenuto venga condiviso da molti utenti, il pubblico deve essere motivato a farlo. L’obiettivo di tutti, quindi, al momento è quello di creare contenuti “virali”.